1969
Nel quadro di una riorganizzazione globale della società, viene chiusa la Comusik e fatti rientrare a Recanati magazzino e documenti. La riorganizzazione di un nuovo Ufficio Vendite Italia viene affidata ad un giovane rientrato dal servizio militare, Ettore Guzzini, il quale, sotto la direzione generale dell’avv. Armando Paolucci, dovrà ricostruire una rete di agenti con e senza deposito e un rapporto diretto con la clientela e coi musicisti che risulteranno determinanti negli anni a venire. È questo l’anno della ripartenza dalla produzione Vox by EKO. Gli organi elettronici della serie Tiger vanno a mille, si amplia la famiglia di quelli a mobile e degli amplificatori per chitarra e per basso. Le nuove chitarre classiche guadagnano il loro spazio di mercato, le western & folk viaggiano a pieno ritmo, ed anche il settore commercio, amplificatori Marshall in testa, va alla grande. Nelle chitarre elettriche è il momento di Gibson Les Paul, SG e Fender Stratocaster; quindi, nascono le loro copie che alla Eko si chiamano Kiwi, Indy, Sebring e Daytona. Il successo della “nuova” Eko viene sancito dalla Fiera di Francoforte dove, grazie alla rinnovata vasta gamma di chitarre, organi e amplificatori, nonché all’inserimento di un nuovo distributore per il mercato tedesco, Voss di Dortmund, lo stand viene preso d’assalto dal primo all’ultimo giorno da clienti da tutto il mondo – anche italiani – e fioccano ordini.
1970
L’anno della consacrazione. Tutta la produzione ha successo. Il settore elettronico supera in fatturato delle chitarre, ma la Ranger 12, grazie soprattutto al nuovo distributore Rose, Morris &Co., diventa la 12 corde più venduta al mondo. Su richiesta del mercato tedesco nasce la prima chitarra acustica a spalla mancante, la El Gaucho, ispirata alla Maccaferri di Django Reinhardt. Un piccolo organino, Minstrell, veniva sempre più richiesto da giocattolai sulla scia dell’enorme successo che stava avendo la Bontempi in quel settore, per cui si decide di affrontare il mercato del giocattolo con una collezione completa da portare alla Fiera di Norimberga.
1971
Gli organini Micky e Tivoli, che nel frattempo hanno trovato il gradimento dei Grandi Magazzini tedeschi con ordini di 20.000 pezzi alla volta, vengono prodotti nello stabilimento di Via Ceccaroni, ma per le chitarrine, che si chiamano Hawai, Gringo, Rocky (elettrica con amplificatore), tutte a tinte vivaci ed accattivanti come le loro scatole, occorre aprire un nuovo stabilimento estremamente automatizzato da cui escono 250 pezzi al giorno. Il mercato francese chiede una chitarra jazz completamente acustica per il segmento alto di mercato e nasce l’Etoile, un must. Si completa la serie dei Banjos e dei Mandolini e si studiano nuovi strumenti per mercati specifici, come l’Ukulele o il Bouzouki per la Grecia. Per affrontare il segmento alto di mercato delle chitarre si decide l’acquisto di due autoclavi da 4 mc. con le quali portare in lavorazione legni con un’umidità interna ridotta all’8%.
1972
Si producono 12.000 chitarre al mese di cui 5.000 modelli destinati alle scuole e ai principianti. In più arriva un ordine extra budget dalla Germania di 8.000 Studio. Le linee produttive sono totalmente sature e si ricorre agli straordinari, ma da alcuni mercati – USA in testa – giunge l’allarme dell’invasione dal Giappone e dalla Corea. Gli essiccatoi sono installati e così si spiega il motivo per cui i manici delle chitarre Eko, dopo mezzo secolo di attività, risultano sempre impeccabili e le casse sempre più sonore. Fortunatamente, con la riorganizzazione della struttura commerciale, cresce molto il mercato domestico dove, con un’offerta molto ampia arricchita da un catalogo sempre più vasto di prodotti di importazione, la Eko raggiunge quote di mercato davvero significative. Inoltre, esplode letteralmente il mercato dell’elettronica musicale e l’Eko Tiger diventa un best seller su molti mercati europei. A cura di Paolo Bugiolacchi nasce Musical News, il nuovo house organ che verrà spedito gratuitamente a tutti gli operatori del settore.
1973
La concorrenza del Far East sulle chitarre si fa sempre più forte. La produzione giapponese si posiziona sull’alta gamma, e i coreani, guidati da tecnici giapponesi, si fanno sempre più competitivi. La Eko sposta sulla Corea i suoi acquisti di accessori e dalla stessa importa e distribuisce le chitarre Suzuki. Le Classiche perdono competitività e vanno riprogettate. Vede così la luce una nuova serie: Spanish 551,552,652,654 e Flamenco che si affiancano alle Conservatorio ispirate ad Oliviero Pigini ed al modello “Rita” di Spataffi. Costruite col sistema “Torres” di Sloan, è subito successo. L’equilibrio tra precisione, suono e prezzo le rendono molto competitive. Tra le Western & Folk, la Ranger 12 continua ad essere la 12 corde più venduta al mondo, ma si fanno strada anche i modelli col manico incollato come la Rio Bravo e la El Dorado. Il catalogo si arricchisce di un’interessante gamma di chitarre prodotte a Sao Paulo (Brasil), le Giannini e, prodotte all’interno dello stabilimento di Recanati, un nuovo marchio realizzato per soddisfare le richieste del Music Pool e dei distributori tenuti fuori dalle esclusive della Eko, le Marling. Oltre a continuare nella distribuzione degli amplificatori Mashall, inizia a distribuire anche pianoforti coreani verticali e a mezza coda, prodotti dalla Samick col marchio Horugel. Ad Ancona si organizza l’8° Festival Nazionale di Chitarra con la collaborazione di quel M° Boccosi (Edizioni Bèrben) che, con Oliviero Pigini, aveva organizzato il 1° in quel di Castellamare di Stabia. Arrivano allievi, scuole, insegnanti da tutta Italia ed è un successo.